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Quali sono le cause alla base dell'insicurezza?

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Buongiorno lo so tu non hai bisogno dello psicologo, ma potresti aver bisogno di saperne pò di più sull'insicurezza, su quali siano le cause e su come si presenti. 

Ma cos’è esattamente l’insicurezza?

A tutti noi capita di sentirci insicuri a volte, rispetto il nostro aspetto estetico, il nostro valore o le nostre capacità relazionali. 
Tutto questo nonostante la nostra generazione appaia forse come la più sicura di sé, se decidessimo di basarci esclusivamente sull’immagine che passiamo attraverso i social network, dove sembriamo tutti felici, in forma e pieni di energie.
Ma come possiamo definire l'insicurezza?

La possiamo intendere come una sensazione di inadeguatezza, del non sentirsi abbastanza rispetto degli standard che ci siamo dati o che ci hanno dato e che comporta uno stato di incertezza e frustrazione. 
Essa si alimenta principalmente attraverso un dialogo interno che agisce come una voce critica che continuamente ci ricorda le nostre debolezze. 

Quando diventiamo vittime di questa voce interiore tutto quello che facciamo e ci accade sembra ogni volta essere la conferma che quello che pensiamo di negativo su di noi sia vero. 
Il motivo è che cominciamo a filtrare gli eventi in base a queste convinzioni negative selezionando solo i dati o gli episodi che confermano le nostre idee. Diventa in pratica un circolo vizioso dal quale se non si interviene diventa difficile uscire.

Ma da dove nasce l’insicurezza?

Dobbiamo partire da lontano, sappiamo che un peso importante è dato dai primi anni di vita in cui abbiamo assistito o siamo stati sottoposti a qualcosa che ci ha ferito rispetto il nostro valore o rispetto quello che eravamo. 
Attenzione però a non cadere nell’errore di pensare che siano necessari solo atteggiamenti o comportamenti critici dei genitori o figure di riferimento per sviluppare questo problema, perché non è così. 

Sappiamo infatti che anche genitori iperprotettivi o che elogiano in modo eccessivo il bambino possono essere un problema. 
Nel primo caso perché non consentono al bambino di mettersi in gioco e scoprire il mondo e nel secondo perché attraverso lodi eccessive il bambino non si sente comunque visto per quello che è realmente e questo lo porta a pensare che ciò che è non vada bene.

Come si manifesta l’insicurezza?

Come molti di noi sapranno l’insicurezza si può manifestare praticamente in tutti gli ambiti della vita, ma ce ne sono tre dove questa può arrivare a comprometterne la qualità.

Il primo ambito riguarda le relazioni sociali. Che siamo single o che viviamo una relazione da molto tempo, ci sono molti modi in cui la nostra voce interiore critica può attivarsi quando ci relazioniamo con gli altri. 
Infatti le relazioni sono in grado di risvegliare insicurezze che credevamo di aver seppellito e far emergere emozioni che non ci aspettavamo. Così molti di noi sperimentano una mancanza di fiducia in situazioni sociali in cui la paura di essere valutati dagli altri porta a bloccarci e in alcuni casi a evitare completamente il confronto. 

Quando abbiamo a che fare con persone che ci interessano per instaurare una relazione inoltre, una fonte comune di insicurezza è l'immagine corporea, poiché molti di noi si sentono insicuri riguardo il proprio aspetto esteriore e ci chiediamo se saremo mai all'altezza di un ideale che ci è stato imposto.
Quando viviamo una situazione simile il nostro dialogo interiore negativo può cominciare a parlarci con frasi come:

- Non sei abbastanza carino/a
- Non gli importa di te
- Non troverai mai nessuno/a che vada bene per te e tante altre frasi giudicanti come questa.

Il secondo ambito riguarda il giudizio sulle nostre performance ed è basato sulla nostra ricerca del perfezionismo
Alcuni di noi hanno standard così elevati per tutto ciò che fanno, che si aspettano che la vita sia un continuo progresso verso l’alto,
con un lavoro sempre migliore, un fisico sempre migliore, sempre più soldi e così via. 
Sfortunatamente, la vita non va sempre esattamente come vorremmo anche se lavoriamo molto duramente, c'è una parte del risultato che è almeno in una certa misura fuori dal nostro controllo. 

Ma quando si è vittime del perfezionismo questo non viene visto e ci sentiamo costantemente delusi, ci incolpiamo di non essere sufficientemente bravi e sentiamo che tutto quello che abbiamo non è abbastanza.
Questo ci può portare a sviluppare sintomi clinici come depressione o disturbi ansiosi.
Quando siamo vittime di questo meccanismo il nostro dialogo interiore negativo può cominciare a parlarci in frasi come:

- Sei un fallito
- Sei un perdente
- Non sei nessuno e tante altre frasi giudicanti come questa.

Il terzo ambito ha a che fare con la gestione del fallimentoGli eventi della nostra vita possono influenzare notevolmente sia il nostro umore sia il modo in cui ci percepiamo noi stessi. Eventi come la fine di una relazione o la perdita del lavoro hanno un impatto molto forte sulla nostra autostima e sono in grado di attivare o riaccendere vissuti dolorosi che avevamo sepolto da qualche parte. 
Quando siamo vittime di un fallimento il nostro dialogo interiore negativo può cominciare a parlarci con frasi come:

- Non ce la farai mai a riprenderti
- Hai fallito
- Sei finito e tante altre frasi giudicanti come questa.

Ma cosa possiamo fare per superare l’insicurezza?

Una delle cose più importanti da fare è sicuramente cominciare a prendere coscienza di quando a parlarci è il nostro critico interiore. Imparare a riconoscere in quali situazioni si attiva, quali frasi ci dice e che impatto hanno su di noi ci offre la possibilità di cominciare a distanziarci da questo flusso negativo. 
Una volta riusciti in questo si può cominciare a riflettere se questi pensieri o queste voci ci ricordano qualcuno o qualcosa del passato. Spesso infatti può essere utile collegarli a qualcosa che ci è accaduto e capire come quegli eventi abbiamo contribuito a formarli.

Il passaggio finale prevede la creazione di un piano per modificare questi comportamenti. Se infatti l’insicurezza ci sta bloccando e rendendo infelici è giunto il momento di agire. Dovremmo però essere preparati al fatto che il cambiamento non sarà facile, infati questi schemi di comportamento ci accompagnano da sempre e quando li metteremo da parte soprattutto all’inizio, saranno ancora più forti.
Ma sarà l’unica strada possibile per diventare ciò che vorremmo essere.


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Info sull'autore

Mi chiamo Marco Naman Borgese e sono uno psicologo, PhD student presso l’Università degli studi di Salerno, psicoterapeuta ad approccio strategico integrato e sono certificato come practitioner EMDR ed esperto in Mindfulness MBSR.
Collaboro come mental coach con atleti di alto livello, troverai nel sito alcune testimonianze, collaboro inoltre nell'atletica con la velocità delle Fiamme Gialle e la Vero Volley, mentre in passato ho collaborato con la Stella Azzurra basketball.
Sono docente presso il corso Uefa Pro dell'Università del calcio di Coverciano, nel Master in psicologia digitale di Idego e nel Master Giunti in psicologia dello sport.

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