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L'uso della Realtà Virtuale e rilassamento muscolare progressivo

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In questo studio si esamina l'uso della realtà virtuale (RV) per la gestione e il disagio causato dal dolore nelle donne affette da Endometriosi. Il dolore è composto da un componente fisiologica e una componente affettiva. L'uso della realtà virtuale sembrerebbe agire su entrambe le componenti, riducendo la percezione del dolore.

Nello studio abbiamo usato il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson associato con l'uso della realtà virtuale, per facilitare l'apprendimento di strategie per la gestione del dolore pelvico.

I risultati porterebbero a ipotizzare che l’uso della realtà virtuale in associazione con una metodica di rilassamento progressivo muscolare di Jacobson, consenta di percepire meno dolore e un livello più basso di ansia dopo la sessione.

Il dolore

La sindrome da dolore pelvico è uno dei problemi più comuni nel campo della ginecologia e ha importanti ripercussioni in altri settori dell'esperienza femminile, come l'ambito sessuale e relazionale (Kelekhi et al., 2011).
Il dolore e la sua percezione sono influenzati anche dalle emozioni e mediati dall’esperienza psichica (Plaghki et al., 2018).
Il dolore può avere un impatto significativo su molti aspetti della vita di una persona, interferendo con la funzione sessuale, nella vita di relazione, nella percezione dei problemi, spesso producendo sentimenti di tristezza, depressione, ansia e comportamenti difensivi rispetto alla necessità di mantenere il controllo nelle situazioni (Wade et al., 1989).

Il dolore cronico è associato con la depressione (Fishbain et al., 1997; Bair et al., 2003), disturbi del sonno, una serie di conseguenze fisiche e psicologiche (Merkes et al., 2010) e una diminuzione della qualità di vita (Benca et al., 1992).
Insieme con la psicoterapia cognitivo-comportamentale, terapie basate sull’accettazione e l’ipnosi anche la realtà virtuale ha dimostrato essere una promettente tecnologia in questo ambito (Chan et al., 2018).

La Realtà Virtuale

La realtà virtuale sembra in grado di influenzare la percezione del dolore (Chan et al., 2018), intervenendo nell'aspetto psicologico della percezione dolorosa. Alcuni studi (Plaghki et al., 2018) dimostrano quanto la percezione dolorosa sia solo parzialmente spiegabile dal funzionamento dei nocicettori. D'altra parte, è noto che certi stati alterati di coscienza, ottenuti per esempio con stati di profonda meditazione o attraverso l'ipnosi, possano produrre analgesia quasi completa che rende possibile anche reali interventi chirurgici (Tefikow et al., 2013).

Una delle più recenti applicazioni cliniche della realtà virtuale è stata quella per il trattamento del dolore, sia acuto e cronico (Chan et al., 2018) essendo essa in grado di operare su meccanismi di distrazione, anche se la modalità d'azione precisa rimane incerta (Gupta et al., 2017).

Nel trattamento del dolore acuto durante trattamenti ospedalieri per pazienti ustionati (McSherry et al.,2018) questa tecnologia ha dimostrato che l'analgesia che produce è associata a una riduzione delle attività del cervello collegata al dolore.
La realtà virtuale sembra modificare il modo in cui il cervello elabora i segnali in arrivo dai recettori del dolore (Chan et al.,2018).

Ulteriori studi mediante l’utilizzo di Risonanza Magnetica Funzionale (Hoffmann et al.,2004), avrebbero dimostrato che la realtà virtuale sarebbe in grado di ridurre l'esperienza del dolore modulando la risposta del cervello alla simulazione dolorosa periferica, modulando sia gli aspetti sensoriali che quelli emotivi di elaborazione del dolore.
Per esempio, gli ambienti in realtà virtuale sono costruiti con lo scopo di ridurre il dolore mediando sulle capacità attentive e cognitive che sottostanno ai meccanismi di distrazione (Wiederhold et al.,2014)

L'uso della realtà virtuale potrebbe agire direttamente o indirettamente sulla percezione del dolore in modi diversi, modificando le vie di segnalazione neurologiche che coinvolgono l'attenzione, emozione, concentrazione e memoria (Wiederhold et al.,2014)

Hoffman et al.,2004 affermano che la realtà virtuale lavora prevalentemente tramite distrazione, poiché il dolore richiede attenzione ed è stato dimostrato che gli esseri umani hanno limitate risorse attentive (Malloy et al.,2010).
Il livello e l'impatto della distrazione può dipendere anche dal livello di immersione che il soggetto sperimenta, più coinvolgente è lo scenario in realtà virtuale più efficace sarà il suo effetto nella riduzione del dolore (Villani et al.,2007).

La ricerca sull’uso della realtà virtuale in questo settore si è dimostrata generalmente positiva, in particolar modo quando si riesce a creare un'esperienza coinvolgente, in cui l'utente si trova in un ambiente simulato che guarda e in cui si sente coinvolto Villani et al.,2007). La persona in questo ambiente sintetico ha un senso specifico di auto-luogo all'interno di esso, può infatti muoversi per esplorarlo ed è in grado di interagire con gli oggetti al suo interno. Nel complesso sperimentano un senso di presenza in questo ambiente e le loro azioni in parte determinano ciò che accade al suo interno.

Questo aspetto è stato definito senso di presenza (Mantovani et al.,2003). Due dimensioni esperienziali e dipendenti dalla tecnologia sono considerate necessarie per contribuire a un senso di presenza elevato. La prima dimensione è la vivacità, o la produzione di un ambiente ricco sensorialmente. La seconda è l'interattività, definita come la capacità di un utente di interagire con l'ambiente e modificarne la forma o alterare eventi attraverso l’interazione con esso. In contesti clinici, questo senso di presenza è probabile che sia l'elemento chiave di interesse che differenzia l'impatto di realtà virtuale da altri approcci di distrazione e cognitivi (Côté et al.,2005)

Rilassamento muscolare progressivo di Jacobson

Il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson è una delle tecniche di rilassamento che viene utilizzata per affrontare diverse situazioni sintomatiche (Martha et al.,2006) Essa si basa sul concetto che è impossibile essere tesi in qualsiasi parte del corpo, quando i muscoli sono completamente rilassati. Inoltre, la tensione nei muscoli involontari può essere ridotta se i muscoli scheletrici associati sono rilassati (Ansgar et al.,2007). Questa tecnica viene insegnata tendendo contratto un muscolo prima di rilassarlo in una fase successiva. Il rilassamento muscolare progressivo e altre tecniche di rilassamento generano una risposta di rilassamento, con conseguente normalizzazione della fornitura di sangue ai muscoli, diminuzione del consumo di ossigeno e riduzione della frequenza cardiaca (Martha et al., 2006). Il meccanismo d’azione di tale metodica sembra agire sulla autoregolamentazione che aiutano a diminuire l'eccitazione simpatica per promuovere il comfort (Kwekkeboom et al.,2015).

Il rilassamento muscolare progressivo inoltre ha dimostrato essere efficace anche se utilizzato in associazione ad altre metodiche, per esempio in combinazione con esercizi di respirazione può essere efficace nel ridurre l'ansia (Charalambous et al.,2016).
Anche la combinazione con il Biofeedback ha dimostrato promuovere una padronanza più tempestiva delle capacità di rilassamento (Kwekkeboom et al.,2015)

Metodologia

Il seguente studio è stato condotto presso l’ambulatorio di endometriosi profonda del Policlinico Gemelli di Roma. Le pazienti sono state arruolate dopo visite ginecologiche effettuate per endometriosi profonda. Alle pazienti che soffrono di dismenorrea, dispareunia, disuria, dischezia e dolore pelvico è staro proposto l’utilizzo della realtà virtuale con un dispositivo Oculus Go, associato a una traccia di rilassamento muscolare progressivo di Jacobson adattata in italiano, ripresa dal lavoro di Carol et al.,2004.

L’inclusione delle pazienti è stata basata sulla presenza di dolore (SI/NO), l’uso della pillola (SI/NO) e la presenza di ansia o disturbo dell’umore come conseguenza del dolore e/o della pillola. Sono state incluse nel campione solo le pazienti che presentavano dolore e che non assumevano pillola. Tra gli effetti collaterali della pillola infatti ci può essere un aumento dell’ansia e dei disturbi del tono dell’umore, che possono aumentare la percezione del dolore.

La ricerca ha previsto una sessione di 20 minuti di esposizione per ogni paziente, le quali sono state sottoposte a una seduta di rilassamento mediante l’utilizzo di una procedura basata sul rilassamento muscolare progressivo di Jacobson adattata in italiano, ripresa dal lavoro di Carol et al., 2004.
Le pazienti hanno utilizzato la realtà virtuale con la quale hanno potuto scegliere tra molti paesaggi altamente rilassanti, accompagnati da suoni della natura, con la possibilità di osservare a 360° lo scenario.

Le pazienti hanno eseguito la sessione di rilassamento guidate da una traccia audio preregistrata con lo scopo di raggiungere uno stato di consapevolezza corporea, concentrazione e rilassamento.

Al gruppo di pazienti sono stata somministrati dei questionari pre e post sessione.

- S.T.A.I. FORMA Y-1 per la valutazione dell’ansia attuale. Si valuta quindi una componente che può influenzare la percezione del dolore. I punteggi tra il 40 e il 60 sono considerati medio-alti. I punteggi tra il 61 e l’80 molto elevati,
- QUID – Questionario Italiano sul Dolore: Si valutano varie componenti del dolore: somatica, affettiva, valutativa e mista al momento ATTUALE.

- VAS: scala di valutazione numerica 0-10 del dolore. Un punteggio numerico 0-10 del dolore ha dimostrato di essere un metodo valido e affidabile per valutare l'intensità del dolore e mostra una migliore compliance, reattività e facilità d'uso rispetto alle scale di valutazione verbali o alle scale analogiche visive [23]. Le ancore per la scala di valutazione numerica erano "Dieci è il peggior dolore che qualcuno possa mai provare e zero non è affatto un dolore".

Risultati

Il campione esaminato è di 22 pazienti affette da endometriosi con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni che soffrono di dolore pelvico. La media dell’età delle pazienti è di anni 26,2 anni.

La media del livello di ansia per il gruppo ottenuta dalla somministrazione del questionario STAI prima della sessione di RV è di 47,31. Dopo la sessione di RV è di 35,04; si è riscontrata dunque una diminuzione del livello di ansia su 21 pazienti, con un cambiamento di circa 12,27 punti di media.

La media della scala VAS per il gruppo ottenuta dalla somministrazione del questionario VAS prima della sessione di RV è di 3,18. Dopo la sessione di RV è di 1,90; si è riscontrata dunque una diminuzione del punteggio di 1,28 punti in media.

La media delle scale presenti nel Quid per il gruppo ottenuta dalla somministrazione del questionario QUID prima della sessione di RV è di 4,49 Somatica, 2,18 Affettiva, 2,59 Valutativa, 0,59 Mista.

Dopo la sessione di RV è di 1,86 Somatica, 0,86 Affettiva, 1,13 Valutativa, 0,31 Mista; si è riscontrato in media una diminuzione nei punteggi di 2,63 per la Somatica, 1,32 Affettiva, 1,46 Valutativa e 28 per la Mista

Discussione

Da una prima analisi possiamo affermare che la tecnica di rilassamento progressivo di Jacobson in associazione all’utilizzo della realtà virtuale ha un effetto positivo sull’ansia e sulla percezione del dolore.
Si potrebbe dunque ipotizzare che la realtà virtuale possa essere uno strumento di facilitazione per l’apprendimento della tecnica, utile comunque per la gestione dell’ansia, dello stress e della percezione del dolore.

Ulteriori studi sono necessari per valutare l’efficacia di altri protocolli utilizzati nella gestione del dolore per esempio con un gruppo di controllo sul quale testare la procedura senza l’uso di realtà virtuale. Altri studi potrebbero essere quelli di utilizzare tale procedura in soggetti affetti da altre patologie o con la realtà virtuale utilizzata in associazione con altre metodiche

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