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Il narcisismo è una cosa seria non una moda

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Buongiorno lo so tu non hai bisogno dello psicologo, ma di sapere che il narcisismo non è un’etichetta vuota da appiccicare ovunque forse potresti averne bisogno.

IL NARCISISMO è UNA COSA SERIA

Argomento dell'articolo del giorno è il narcisismo, ma attenzione perché questo non è l’ennesimo articolo in cui verranno svelati i 3 segnali segreti per capire se avete a che fare con un narcisista.
No tutto il contrario, questo è un articolo con cui voglio distaccarmi in modo netto, da un certo modo di fare comunicazione quando si affrontano temi riguardanti la psicologia.


Mi voglio infatti schierare dalla parte opposta rispetto a una comunicazione facilona, pericolosamente pensata per piacere alle logiche di funzionamento dei social.
Un modo di comunicare che dice alle persone ciò che si vogliono sentir dire e che per farlo decide di banalizzare un costrutto come quello del narcisismo facendolo diventare un’etichetta da appiccicare un po' a tutto, dispensando consigli e dritte su come sia possibile capire se una persona sia narcisista in video che durano 60 secondi.

Molto spesso sono messaggi che assumono questo tono:
“Se fa queste tre cose hai che fare con un narcisista.”

“Non si fa sentire da 2 giorni? È un narcisista.”

Ma questo non è un comportamento a mio avviso serio.
Non si può ridurre la complessità della malattia mentale in questo modo. E' una visione completamente sbagliata di cosa sia la psicologia e manca di rispetto a chi soffre realmente di un disturbo narcisistico di personalità o che per dirla come il PDM ha dei tratti narcisistici disfunzionali. 

Non è mai e dico mai sufficiente un singolo comportamento o un atteggiamento per emettere una diagnosi che sa di condanna, soprattutto rispetto ai disturbi della personalità che ancora oggi non trovano un accordo unanime neanche nella comunità scientifica.

A CHI SERVE realmente SAPERE COS'è IL NARCISISMO?

E se decido di fare chiarezza, allora scelgo anche di non elencare qui i sintomi o i criteri diagnostici utilizzati per stabilire se una persona sia realmente affetta o meno da questo disturbo, perché non sarebbe utile in alcun modo a chi li leggerebbe.

Non sarebbe utile leggerli per una persona che sta sperimentando una sofferenza o disagio in una relazione, perché il suo obiettivo dovrebbe essere quello di affrontare tale questione, a prescindere che il partner sia affetto o meno da un disturbo narcisistico.
E anche perché c’è il forte rischio che senza le necessarie competenze si finisca per stabilire in modo sbagliato che il partner sia un narcisista malvagio e si inneschino tutta una serie di processi dannosi senza alcun controllo.

Il vero messaggio che dovrebbe arrivare è che se stiamo male dobbiamo occuparci del nostro malessere e non di stabilire cosa abbia l’altro, perché concentrarsi sul capire cosa abbia di sbagliato l'altro è un modo per non affrontare i nostri problemi.

E non sarebbe a maggior ragione utile elencare i sintomi neanche per la seconda categoria di persone che mi aspetto leggano questo articolo. Mi riferisco a coloro che credendo o sospettando di poterne soffrire sono alla ricerca di informazioni, che anche in questo caso sarebbero del tutto fuorvianti.
Non potranno infatti leggendo un articolo poter stabiliare se siano o meno affetti da questo disturbo.

I MECCANISMI PROFONDI ALLA BASE DEL NARCISISMO

Quello che posso fare invece è offrire una spiegazione di quali siano i meccanismi alla base di questo disturbo.
Partiamo con il dire che chi ne soffre, è un individuo che nella maggior parte dei casi risulta incapace di ricevere e dare affetto e amore in modo autentico, non per una scelta ma a causa di un vortice di malessere che si presenta nelle relazioni intime.

Tale incapacità sarebbe causata da alcune predisposizioni individuali a livello genetico ma anche e soprattutto a influenze del contesto familiare e sociale in cui l’individuo cresce, influenze che incidono in modo significativo nei primi anni di vita.

La persona con un disturbo narcisistico di personalità crescerebbe infatti con una profonda convinzione di essere inadeguato rispetto a presunte aspettative o standard imposti dal contesto familiare e sociale, che lo portano a percepirsi poi nell’età adulta come non all’altezza.

A questa prima convinzione se ne lega anche un’altra che possiamo definire come l’idea di non essere stati amati abbastanza o quanto meno di essere stati amati in un modo riconosciuto come tale dall’individuo in quel momento bambino.

COME IL NARCISISTA GESTISCE QUESTO MALESSERE

Queste due profonde convinzioni sono fonte di grande malessere, tanto che la persona è costretta a trovare un modo per gestirle e nel caso del narcisismo sopratutto nella forma scoperta la principale strategia utilizzata è quella definita di ipercompensazione.

L’impercompensazione, assieme alla resa e all’evitamento, rappresenta una delle tre principali strategie con cui noi affrontiamo le nostre difficoltà e nel caso specifico del narcisismo, tale strategia trova la sua massima espressione.

Infatti profondamente convinta della sua inadeguatezza e dal timore che ciò possa essere visto anche dagli altri, la persona affetta da narcisismo mette in atto inconsciamente dei meccanismi compensatori, presentando al mondo un’immagine di sé totalmente opposta. La persona tipicamente affetta da narcisismo infatti si presenta come affabile, curata e apparentemente sicura di sé.

Meccanismi che diventano con il tempo così rigidi da impedire alla persona di staccarsene e che manifestano tutta la loro disfunzionalità nelle relazioni affettive.
Nonostante infatti i diversi tentativi di costruire relazioni intime e profonde, la persona con questo disturbo, coltivando sempre intimamente l’idea di essere inadeguata, non riesce mai a far avvicinare l’altro completamente entrando così in una spirale senza via d’uscita.

La persona infatti desidererebbe essere amata per ciò che è, ma appena l’altro sembra avvicinarsi a tale obiettivo, l’individuo sperimenta una situazione di forte disagio, spesso anche somatizzato, e fa di tutto per rompere la storia o allontanarsi.
Appena poi l’altro si allontana la persona affetta da narcisismo non percepisce più il pericolo di un'eccessiva intimità e torna di nuovo alla carica il bisogno opposto di essere amato.
Per cui la persona
 desidera nuovamente e con tutta se stessa la vicinanza della persona cercando di riaverla. Tentativi però destinati a fallire, in quanto una volta riavuta si ripresenta lo stesso schema di sofferenza.

In uno schema simile la persona è come se sia alla disperata ricerca di acqua da bere per dissetarsi, ma nel momento in cui la trova e comincia a berla, scopre la drammatica sensazione di non riuscire mai a dissetarsi completamente.

I POSSIBILI APPROFONDIMENTI

Rispetto tale disturbo potrei aggiungere molti altri elementi alla discussione, come per esempio la differente posizione di due grandi psicologi come Kohut e Kernberg proprio su tale tematica o ancora le diverse classificazioni del disturbo in manifestazioni covert o overt.

Ma decido di fermarmi qui perché questo mio contenuto, come detto inizialmente, ha principalmente lo scopo di spingere le persone a riflettere su tale tematica offrendo un’iniziale spunto di confronto rispetto a molte cose che si trovano sui social e in internet.

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